domenica 29 gennaio 2012

Daniela Cecere. Perenne movimento nella pittura di Cesare Piscopo



E’ in perenne movimento, la mano e l’impronta stilistica di Cesare Piscopo; quello dell’artista salentino è un lavoro che non conosce approdi fissi, ma che avanza senza concedersi lunghe soste: non è un’onda che batte continuamente sulla stessa spiaggia, ma una nube che solca cieli sempre nuovi pur restando inconfondibilmente se stessa. Alla base di questa continua ricerca c’è l’amore sconfinato per il colore, sia che esso venga utilizzato nelle tecniche più tradizionali dell’olio e dell’acquerello e in soggetti classici come il paesaggio, sia che divenga segno potente e aggressivo sulle figure o che si spanda, veloce, libero e disinvolto in macchie acquose su carte ruvide o in densi agglomerati sulla tela. Ed è così che la ricerca fa una sosta, recentemente, sulla materializzazione di paesaggi non convenzionali e densi di emozioni, avvalendosi di una tecnica che non lascia spazio a potenziali imitatori: il segno non esiste più; sono i colori stessi che, fondendosi tra loro sul supporto, creano le forme. La materia pittorica non viene semplicemente “depositata” sulla tela e lì abbandonata, ma è continuamente ripresa in più fasi, sovrapponendo il colore strato su strato, dando vita a suggestioni cromatiche intense, lasciando intravedere ciò che c’è “al di sotto” di ogni passaggio del pennello in maniera analoga al distribuirsi di più superfici di intonaco su una parete antica e vissuta. E’ il trasparire del colore degli strati inferiori della pittura che illumina di vita l’intero lavoro rendendo inedita la scelta di soggetti classici come i paesaggi. Dal caotico – ma non casuale – sovrapporsi delle tinte si visualizzano gli elementi di una natura in perenne mutamento; onde, alberi, cieli, rocce, prendono forma dalla materia primordiale e si evolvono sulla tela davanti agli occhi dello spettatore: si può parlare di una pittura in movimento; tutto nel lavoro di Cesare Piscopo, si muove e si modifica: lo stile, i colori, le forme. Tutto si muove, ma in modo tale da non rendersene subito conto, gradualmente. Esattamente come avviene nella natura stessa. Daniela Cecere 




                                                                                                                                                                                                      
    


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