E’ in perenne movimento, la mano e l’impronta stilistica di
Cesare Piscopo; quello dell’artista salentino è un lavoro che non conosce approdi fissi, ma che avanza senza
concedersi lunghe soste: non è un’onda che batte continuamente sulla stessa
spiaggia, ma una nube che solca cieli sempre nuovi pur restando
inconfondibilmente se stessa. Alla base di questa continua ricerca c’è l’amore
sconfinato per il colore, sia che esso venga utilizzato nelle tecniche più
tradizionali dell’olio e dell’acquerello e in soggetti classici come il
paesaggio, sia che divenga segno potente e aggressivo sulle figure o che si
spanda, veloce, libero e disinvolto in macchie acquose su carte ruvide o in densi agglomerati sulla tela. Ed è così che la ricerca fa una sosta, recentemente, sulla
materializzazione di paesaggi non convenzionali e densi di emozioni,
avvalendosi di una tecnica che non lascia spazio a potenziali imitatori: il
segno non esiste più; sono i colori stessi che, fondendosi tra loro sul
supporto, creano le forme. La materia pittorica non viene semplicemente
“depositata” sulla tela e lì abbandonata, ma è continuamente ripresa in più
fasi, sovrapponendo il colore strato su strato, dando vita a suggestioni
cromatiche intense, lasciando intravedere ciò che c’è “al di sotto” di ogni
passaggio del pennello in maniera analoga al distribuirsi di più superfici di
intonaco su una parete antica e vissuta. E’ il trasparire del colore degli
strati inferiori della pittura che illumina di vita l’intero lavoro rendendo
inedita la scelta di soggetti classici come i paesaggi. Dal caotico – ma non
casuale – sovrapporsi delle tinte si visualizzano gli elementi di una natura in
perenne mutamento; onde, alberi, cieli, rocce, prendono forma dalla materia
primordiale e si evolvono sulla tela davanti agli occhi dello spettatore: si
può parlare di una pittura in movimento; tutto nel lavoro di Cesare Piscopo, si
muove e si modifica: lo stile, i colori, le forme. Tutto si muove, ma in modo
tale da non rendersene subito conto, gradualmente. Esattamente come avviene nella natura stessa. Daniela Cecere
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