mercoledì 6 marzo 2013

Raffaele Polo. Cesare Piscopo - Dal profondo Sud





Abbiamo conosciuto Cesare Piscopo come pittore. Dopo, soltanto dopo, lo
abbiamo scoperto poeta, proprio attraverso questa sua recentissima raccolta 
“Dal profondo Sud” con prefazione di Mario De Marco e progetto grafico dello stesso autore. Le poesie raccolte nell’agile volumetto, edito dalle Grafiche Panico di Galatina, sono trenta e certamente leggibili e comprensibili – doti non sempre
evidenti nella produzione poetica contemporanea – aiutano a comprendere
l’animo del poeta, che tenta una difficile operazione di coagulo e coesistenza tra i
‘topoi’ legati alla nostra terra e le introspezioni che provengono da chi vive una
realtà contemporanea legata all’osservazione ed alla constatazione dei limiti e
delle contraddizioni del mondo che ci circonda. Piscopo, vena romantica ma con i
piedi per terra, riesce sovente a colpire per la sua capacità di sintesi ed analisi,
divertendosi anche (Don Chisciotte) e ammonendo (Non si apprezza ciò che non si conosce) perché non ci lasciamo sopraffare dalla quotidianità (Trecentosessantasei albe, Silenzio, Realtà). Ma, al contrario, per stimolarci a trovare ciò che c’è di buono (Vivere, Abbozzo immaginario) e non rinunciare a tutto quello che è dentro di noi. Dal profondo Sud, insomma, ci vengono le sollecitazioni, le ‘indefinibili vibrazioni’ che sono la sostanza della poetica di Piscopo.

Raffaele Polo, 1998





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