lunedì 2 settembre 2013

A CESARE PISCOPO. Poesie di Mariapia Giulivo, Patrizia Prete, Luciano Provenzano.







richiamo rosso caldo scontornato
un magico Salento sussurrato

cuore di terra aspra e di sole
sangue che stilla colore

la tela è sosta fuga infinito
non ha limiti è concetto ardito

idea che trascende la luce
corre tra filari assolati

dove il mare è concerto
intenso salato lontano

io sento rosso e vivo - il richiamo

Mariapia Giulivo





D'ombra sembra questo mare
e non di acqua solo e sale
è fatta la sua trama,
ma di cupo e chiaro odore,
di luce e di sapore,
di vite e mani e strati di colore,
di dolore e di splendore,
di attese e di scoscese nubi e
onde, è fatto questo mare.

Patrizia Prete






Quando ti tuffi nel mare dei tuoi quadri
trai colori dal fondo a piene mani
e l’azzurro del mattino si affastella
col vermiglio inabissato del tramonto

L’argine di scogliera non trattiene
energia in vortice
che spruzza
un riflesso argenteo nell’occhio

Sulle spalle del Ciolo è addensata
la vastità di ogni possibile oltre
ma solo alzarsi al cielo giunge
ad aprire luce

Visioni in vetrina trasposte
nel fiondare del parto sulla tela
ardimento di un accumulo che
apre
sentieri nuovi nel sentire e dare.

Luciano Provenzano  







domenica 30 giugno 2013

Cesare Piscopo. Il mare dell'amore









Il mare è
un riflesso ondulato
del cielo
e la spiaggia
un nido di messaggi

Parlano ancora di te
le viole profumate?





Appare sul mare la luna
La notte dissolve una luce riflessa 
e smorza l’eco di una voce che urla
TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOO





Molto ci unisce
poco ci divide

Se fissandoci negli occhi
entrambi avanziamo
annulleremo il vuoto
e i nostri corpi convergeranno
in un piccolo grande bacio d’amore

 


 
Ti porterò al mare
di notte

Osserveremo onde silenziose

Poserò le mie mani
sui tuoi fianchi
sfiorerò i tuoi capelli
leggeri

Saremo acqua e roccia e
nuvole sovrapposte

Poi guardando nulla
penseremo a nulla
e d’amore ci ubriacheremo





Il tuo corpo riflette la bellezza
dell’anima

Armoniosa sintesi tesa ad arco

Sognare di esser freccia attraversare
spazi illimitati

Cavalcare nuvole contemplando un mare
non d’acqua né d’oro
ma come te soltanto d’amare






I tuoi occhi
battiti d’ali
profondità terrestri
infiniti orizzonti

Proteggono da sguardi indiscreti
pensieri ardenti

Abbattono ogni residuo
di indecisione

Io mi faccio fiore
roccia
e poi acqua di mare

Soltanto per te
Solo per amore






Se domando cos’è il mare
tu mi risponderai
il mare è
spirito
libertà
infinito
amore

Se chiedo cosa nasconde il mare
tu mi dirai
forse nulla
tutto
chissà

La verità





Nulla vi è all’orizzonte
che non evochi qualcosa di te

La bianca distesa di nuvole
il tuo soffice sorriso
le onde del mare
il loro ritmico vagare
il suono melodioso
il tuo corpo sensuale

Frazioni di tempo
grovigli intensi e
passioni ardenti





Tutto tace
mentre ascolto il mare
e i chiassosi tumulti del mio cuore

Direpensarefare
esistono solo in un senso

Io ti voglio
io ti penso





Attimo dopo attimo
l’inafferrabile presente
Ho smarrito la ragione
vivendo
o forse ho ritrovato amando
la ragione di vivere
Arde di una possibile armonia
un desiderio struggente





Ti amo fino al punto
di scambiare i tuoi silenzi
per messaggi d’amore

Sospesa come foglia d’autunno
ad un pallido sole
Distesa come sirenetta
tra le docili onde del mare
Tu che abiti la mente
e divori il mio cuore
Dove sei anima mia?





Cerco una donna
che mi faccia innamorare
Una musa
per la mia ispirazione
Cerco una donna d’amare
Amare significa vivere?
Cerco una donna
che mi faccia capire
la realtà delle cose e
che mi sappia restituire
la bellezza nascosta del mondo
Cerco una donna
da venerare
Cerco una donna
da pensare
a cui possa naturalmente e
semplicemente dire
ti amo







Cesare Piscopo (dalla raccolta: Il mare dell'amore-2006)
Tutti i diritti riservati




martedì 11 giugno 2013

Vicenzo Ciardo. Appunti sulla pittura meridionale






Gli artisti del Meridione sono stati in genere più guardinghi nei confronti degli indirizzi di avanguardia e questo può anche spiegare la lentezza, o ritardo, nei movimenti della pittura, da Napoli in giù, nell’ultimo cinquantennio. A ben guardare ciò ha una sua logica. Se ci soffermiamo a considerare il corso della pittura napoletana dal Seicento in poi, un dato costante si pone subito alla nostra attenzione. Cioè il persistere di una sentita adesione alle suggestioni della natura, che specialmente nella pittura di paese trovò nel passato le sue espressioni più felici…Dal Seicento ad oggi questo ideale legame dell’artista col mondo della natura è stato sempre presente ed attivo, salvo la parentesi dell’influenza di forme straniere che, per poco, ne modificarono il corso.
E’ significativo che siano sempre i valori poetici della vita e della realtà a stimolare le ispirazioni degli artisti meridionali, a sollecitarli nei momenti di crisi e ristabilire i legami col proprio passato.

Cominciare col considerare la realtà non più un punto di arrivo, bensì necessario alimento di una visione il più possibile affrancata dalla servitù del vero.

Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo, 1894 - 1970)






lunedì 10 giugno 2013

Cesare Piscopo. I miei mostri




Cesare Piscopo  
I MIEI MOSTRI  





Mostra antologica   Palazzo D’Elia   Casarano 1999





Questa mostra si propone di illustrare un percorso produttivo di dipinti e disegni
da me realizzati fra il 1989 e il 1999, il cui comune denominatore è rappresentato 
dalla figura umana.
Il mio è stato un viaggio all’interno dell’uomo, alla ricerca di quel “lato nascosto”
della natura umana, a volte sconcertante ed imprevedibile, in cui si addensano le 
disarmonie, le contraddizioni e la frammentarietà che caratterizzano il mondo in cui 
viviamo.

“Nato come mancanza, cicatrice aperta sin dal suo primo porsi, morso da un 
desiderio che non avrà mai la soddisfazione finale, condannato a mascherarlo
attraverso il gioco dei travestimenti simbolici, l’uomo è segnato da quell’errore
che lo dispone alla morte e celebra la costitutività della morte in ogni suo gesto”
(J. Derrida).








(Dal catalogo della mostra di Cesare Piscopo I miei mostri; 
Palazzo D’Elia - Casarano, 1999)



Tutti i diritti riservati

mercoledì 8 maggio 2013

Cesare Piscopo. L'ombra passeggera della solitudine






Ai tuoi perché
non so dare risposta

Tutto mi sembra
vago e deludente
incerto
orrido quasi

Io non so che dire
del senso
e del significato
e della verità giacente

A volte penso 
che ho sognato 
questa realtà perdente






Sono solo tra i miei quadri
in questa sala traversata
da un raggio di sole

Il rumore delle auto
che fuori transitano
si sovrappone al cinguettio dei passeri

Un moscone
l'unico compagno
che piroetta danzando
in questo mio forzato esilio






Mi riconosco
luna in uno stagno
cielo di nulla

Realizzo sognando
e sogno realizzando

Follia e saggezza
indissolubilmente

Fragile presenza

Ancor sogno forse

Poesia






Lontano dal frastuono del mondo
mi sento sereno

Scrivo
ed in me schiarisce
l'ombra passeggera 
della solitudine




 Cesare Piscopo

Tutti i diritti riservati





lunedì 15 aprile 2013

Cesare Piscopo. Corrispondenze








Scrive il vento
 messaggi sul mare
che solo la luna
può interpretare








Realtà
è quell'onda che osservo
mobilissima verità sommersa









Sotto le silenziose nuvole
un mare di pensieri








Onde che si infrangono
sulla costa
accordo di suoni

Io ti stringo a me








Alta e bassa marea
Il mio e il tuo - 
un unico respiro








Mutevole ed incostante
appaio in ogni istante

Spesso distruggo per ricreare
il mio nome è acqua di mare








Tu sei il mare!
Ricordi?
Ed io vorrei tuffarmi
 nell'abisso della tua anima.








Porto Tricase
Il mare sembra immobile
Il cielo una vuota distesa di luce








Spesso il mio pensiero
corre a te
come le onde del mare
corrono alla riva








Le ragazze cantano
nell'estiva brezza della sera

Un coro giunge dal mare
e nel mare si tuffa
nutrito di gioia








I colori sono come il mare - 
ti accarezzano ti sconvolgono
si sciolgono in luce
un mare di luce!








Acqua marina
libera la mia anima
e sciogli ogni dubbio
lei mi ama?








Il vento spazza via
le ultime foglie,
mescola odori e rumori.
S'agita il mare:
sei tu il faro che
nessun'onda abbatterà.








Questa sera il mare è
una dolce distesa d'acqua
Il cielo ha tutti i colori
dei fiori di primavera








Azzurro come il mare
rosso come la passione
bianco come la colomba
che ti porta il mio messaggio d'amore!








L'onda del mare
restituisce 
la mia vaga immagine








Onde increspa il mare
d'infinite forme e di bagliori

Così gli istanti della vita














Questo mare ci circonda
in un unico immenso abbraccio

Isolati noi ci amiamo
Immensamente ci amiamo






Cesare Piscopo
Tutti i diritti riservati all'autore



domenica 14 aprile 2013

Cesare Piscopo. Cenni biografici













(Antonio) Cesare Piscopo è nato a Parabita (LE) l'1-1-1947. Pittore e poeta. Fin da ragazzo ha manifestato una grande passione per il disegno e la pittura. Ha studiato inizialmente al Liceo Artistico di Lecce: significativo l’episodio in cui, per il lavoro svolto in ambito scolastico, riceve le lodi dal grande artista austriaco Oskar Kokoschka, in visita nel Salento (1963). Nello stesso anno un suo quadro, donato ad un appassionato collezionista, viene incluso in una importante rassegna di arte contemporanea tenuta a Bari. Conseguita la maturità artistica, e abbandonando gli studi di architettura cui il padre l’aveva indirizzato, Cesare Piscopo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, laureandosi in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.

Già insegnante di Arte e Immagine nella Scuola Media Statale, ha compiuto viaggi di studio in alcune città italiane ed europee.
Giovanissimo ha contribuito agli scavi effettuati nella Grotta delle Veneri, presso Parabita, sotto la guida del padre Giuseppe, anch’egli artista e scopritore di due statuette in osso del Paleolitico Superiore, denominate Veneri di Parabita.
La prima mostra personale di pittura (paesaggi del Salento) di Cesare Piscopo risale al 1971 (Centro Studi e Scambi d’Arte Contemporanea l’Elicona, Lecce), dopo aver partecipato con successo, fin dal 1963, a vari concorsi e mostre collettive. La sua attività espositiva si è fatta più intensa a partire dal 1995. Gli sono state organizzate mostre in varie città: Lecce, Locorotondo, Ostuni, Bari, Foggia, Firenze, Bologna, Milano, Borgo Maggiore (Repubblica di San Marino); numerosissime sono quelle organizzate in molti comuni del suo amatissimo Salento. Importante, fra le altre (vedi: Omaggio a Oskar Kokoschka, Galleria Comunale di Casarano; 1998. I miei mostri, Palazzo D'Elia - Casarano; 1999. C'era una volta il mare, Museo Pietro Cavoti - Galatina; 2009), la personale organizzata con il contributo della Provincia di Lecce, dal titolo: “Cesare Piscopo. Il Paesaggio – La luce della poesia”, a cura di Angela Serafino ( Palazzo Comi; Lucugnano, 7-21 agosto 2005). In quell’occasione la Provincia di Lecce ha pubblicato anche un volumetto dallo stesso titolo della mostra, edito da Il Raggio Verde (Lecce 2005). Cesare Piscopo ha ricevuto, nel 2008, il Riconoscimento d’Onore “Il Sallentino” (Settimana della Cultura Salentina ed Euromediterranea-Lecce). Le sue opere sono esposte in varie collezioni pubbliche e private, in Italia e all'estero.  
In ambito scolastico ha ideato e realizzato, insieme agli alunni, le scene di varie rappresentazioni teatrali. Cesare Piscopo ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: "Fili d'erba" (1996), "Dal profondo Sud" (1998), “Il mare dell’amore” (2006), Messaggi dal mare (2007), l’antologia “Sotto le silenziose nuvole un mare di pensieri” (2009)e nel 2014, la raccolta "Poetica-mente".                                                                                                                                                                               
Affascinato dalla Natura, stimolato da letture di filosofia, psicologia e letteratura (poeta egli stesso), nella sua ricerca artistica Cesare Piscopo non segue una direzione assolutamente univoca: durante un periodo d’approfondimento di un genere pittorico (paesaggio, figura umana, astratto) egli ritorna spesso a fasi anteriori, riproponendo temi da lui già sviluppati e accrescendoli di nuove esperienze. Ma dal 2000 circa, il paesaggio marino (l’evocazione del mare), si è fatto più insistente tanto da diventare quasi l’unico tema della sua pittura. Probabilmente perché il mare, il mitico mare, incidendo profondamente sul suo animo romantico, è divenuto per lui "un soggetto in grado di comunicare una particolare visione del mondo", come egli stesso scrive.

Varie sono le tecniche pittoriche e grafiche utilizzate da Cesare Piscopo: olio. acrilico, acquarello, tempera, collage, inchiostro, matita e tecniche miste. 
Da alcuni anni egli realizza, di tanto in tanto, piccole sculture antropomorfe in terracotta policroma.

Sulla produzione pittorica e poetica di Cesare Piscopo, hanno scritto: Comasia Aquaro, Giorgio Barba, Toti Carpentieri, Maria Catalano, Silvia Cazzato, Daniela Cecere, Giancarlo Colella, Rocco Coronese, Vittoria Corti, Nicola G. De Donno, Mario De Marco, Raffaele De Salvatore, Luigi Fontana, Antonietta Fulvio, Mariapia Giulivo, Massimo Guastella, Alessandro Laporta, Nicola Nuti, Cesare Padovani, Maria Rosaria Pascali, Gianni Perchiazzi, Giusy Petracca, Marina Pizzarelli, Raffaele Polo, Patrizia Prete, Luciano Provenzano, Maria Pia Romano, Angela Serafino, Aldo Vallone, Giancarlo Vallone, Pompea Vergaro, Paolo Vincenti.










mercoledì 10 aprile 2013

Cesare Piscopo. Fili d'erba








L'amore ha
il colore dei tuoi occhi
le tue braccia protese
il tuo pensiero innocente

Sei il tempo
che crea

Tu sei










Nuvole
fiori
acqua
sassi

Fra 
i
tuoi
capelli
due 
pettirossi
innamorati
tessono
il
nido











Apprezzo
il
silenzio
mentre
le
rose
depositano 
a
terra
i
loro
petali
profumati










Sotto
le
silenziose
nuvole
un
mare
di
pensieri










L'onda
del
mare
restituisce
la
mia
vaga
immagine











Un muro

L'ombra 
dell'albero
scompare

Dubito
che
io
esista











Sottili
fantasmi
di 
fumo


Alberi
bagnati
di 
terra

Una
luce
argentea
serena
avvolgente
ci
illumina
dentro











Nudi

Rischiarati
dalla
luce
lunare

Le
nostre
ombre
in
attesa
di
quale
futuro










In assenza
di 
parole
mi
guardo
attorno

Solo
dolore









Immenso
grigio
ci
divide
e
poche
foglie
bagnate
di
rosso
come
segnali
appesi










Occhi
dell'alba
rosata

Fili
d'erba
fra
le
rocce

Ragni
imbiancati
di
luce










Quantidivitaistantidiversi










A
sera
un
grillo
canta
il
suo
inno
alla
vita







Poesie di Cesare Piscopo (dalla raccolta: Fili d'erba, 1996)
Tutti i diritti riservati