Gli artisti del Meridione sono stati in genere più
guardinghi nei confronti degli indirizzi di avanguardia e questo può anche
spiegare la lentezza, o ritardo, nei movimenti della pittura, da Napoli in giù,
nell’ultimo cinquantennio. A ben guardare ciò ha una sua logica. Se ci
soffermiamo a considerare il corso della pittura napoletana dal Seicento in
poi, un dato costante si pone subito alla nostra attenzione. Cioè il persistere
di una sentita adesione alle suggestioni della natura, che specialmente nella pittura
di paese trovò nel passato le sue espressioni più felici…Dal Seicento ad oggi
questo ideale legame dell’artista col mondo della natura è stato sempre
presente ed attivo, salvo la parentesi dell’influenza di forme straniere che,
per poco, ne modificarono il corso.
E’ significativo che siano sempre i valori poetici della
vita e della realtà a stimolare le ispirazioni degli artisti meridionali, a
sollecitarli nei momenti di crisi e ristabilire i legami col proprio passato.
Cominciare col considerare la realtà non più un punto di
arrivo, bensì necessario alimento di una visione il più possibile affrancata
dalla servitù del vero.
Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo, 1894 - 1970)
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